Immigrazione, appartenenza, altre parole di cui non so fare lo spelling

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Se mi leggete da un po’, qui o sui social, sapete già che io sono un mix di cose.
Mia mamma  è siciliana, cresciuta in Australia. Mio padre è indiano, nato in Uganda e cresciuto a Londra.
Io sono nata a Bologna, cresciuta a Bergamo, trasferita a Milano per gli anni dell’università e a Lugano tre anni fa.
Tutto molto bello in teoria ma forse un po’ meno in pratica.

Durante l’adolescenza probabilmente mi sarei sentita inadeguata anche se fossi nata nell’ospedale di Bergamo e fossi cresciuta lì ma diciamo che la questione origini non ha aiutato troppo ecco.

È molto facile dire che il mix di culture è una ricchezza, meno capirlo a sedici anni in una città chiusa e razzista. Non tutti i bergamaschi lo sono (sulla stregua di not all men) ma diciamo che non è esattamente un melting pot Via Venti Settembre, ecco.
Con gli anni c’è stata una graduale apertura, un po’ perché io comunque sono abbastanza chiara di pelle, un po’ perché mia mamma alla fine è italiana, un po’ perché sono arrivati anche altri non bergamaschi a vivere in centro, un po’ per una questione di status sociale.
Ho continuato a innervosirmi in silenzio per i commenti fatti a chi non era bianco davanti a me perché “ma no ma che c’entra con te” però con gli anni ho imparato a rispondere ma anche ad evitare di avere a che fare con persone che vomitano commenti razzisti in continuazione, anche solo sotto forma di battuta.
Con gli anni e l’esperienza ho iniziato ad apprezzare quello che sono e ad essere più forte in generale.
Quello che continuava a mancarmi è il senso di appartenenza a qualcosa, forse anche perché entrambe le famiglie dei miei genitori sono lontane (Sicilia da una parte e Londra dall’altra) e i miei non hanno particolare attaccamento alle loro origini.
Mi sento un insieme di qualche tradizione e usanze nuove, tutte della nostra famiglia.
Milano mi ha aiutata a crescere, ho conosciuto persone le cui origini che facevano impallidire le mie. È stato più facile presentarmi alle persone, un po’ perché Bergamo in confronto è poco più che un grande paese e un po’ perché iniziavo ad essere adulta davvero.
Spostarmi in Ticino tre anni fa è stata un’altra esperienza che non mi ha aiutato da questo punto di vista. Mi fa sempre molto ridere vedere siciliani, lombardi, pugliesi che ora se la prendono con i nuovi frontalieri perché “adesso siamo troppi”, i comaschi che sono violentemente contro gli immigrati in italia ma difendono a gran voce il loro diritto a venire a lavorare a Lugano e vivere in Italia.
I ticinesi che ce l’hanno con gli italiani perché la situazione è insostenibile e io che sì sono d’accordo che al momento l’economia di Lugano non è fantastica ma non penso insomma che sia proprio solo colpa degli italiani, i ticinesi che “italiani di merda” però vanno a cena negli all you can eat oltre confine.
Non sono la maggioranza, assolutamente. Vivere a Lugano mi ha portata a conoscere tante persone meravigliose e sono felicissima di questa esperienza per alcuni aspetti.
Apprezzo tante cose della Svizzera e della sua organizzazione, torno a casa (a Bergamo, dai miei) e noto un sacco di problemi e mancanze e so che se tornassi a viverci non ci starei bene.
Mi rendo conto che non sia una difficoltà solo della mia pelle un po’ scura e del mio nome strano, ho tanti miei coetanei che si sono spostati anche solo in giro per l’Italia per necessità lavorative.
Io non vedo il razzismo ovunque, mi lasciano un po’ stranita le sfuriate sui social che vedo e leggo a volte. Non nego assolutamente che ci sia ma più di tutto credo che ci sia un odio generico per il genere umano che in alcuni casi comprendo in altri mi lascia basita.
Che non abbiamo meriti se non quelli di essere nati nella parte giusta di mondo è una verità così basilare che non capisco come non sia chiara a tutti.
Mi sentirei meno fuori luogo se ci fossero meno persone che si sentono più in diritto di me di appartenere a un pezzo di terra? Può darsi.
Sogno un’integrazione globale? Non lo so, la vedo poco probabile e non ho grande fiducia nelle persone. Vorrei però almeno trovare un posto in cui sentirmi veramente a casa, questo sì.

12 Comments

  1. Anonymous says:

    "Che non abbiamo meriti se non quelli di essere nati nella parte giusta di mondo è una verità così basilare che non capisco come non sia chiara a tutti."

    standing ovation, punto.
    Lucrezia

    1. S. says:

      Ti abbraccio

  2. Rosalina8 says:

    Parole sante! Ogni volta che rientro in Italia sento solo lamentele e odio verso tutto e tutti. Vivo in Portogallo da un anno e mezzo, non è tutto rose e fiori, ti senti straniero ma parlando la lingua e cercando di integrarsi, vedi che comunque riesci a conoscere persone nuove e diverse. C'è integrazione, magari non al 100%, ma soprattutto non sento discorsi "noi e loro". Purtroppo le persone anzichè pensare si lasciano trasportare dalla massa, senza un minimo di giudizio personale. Dubito ci sarà mai una soluzione globale, ma iniziando da piccoli passi e cambiamenti io spero ancora che ci sia un modo di vedere diverso.

    1. S. says:

      Che bello, in Portogallo dove? 🙂
      Io lo spero tanto ma non so bene se succederà mai, chissà.

  3. Alice's Beauty Madness says:

    ottimo spunto di riflessione e volevo contribuire con una mia esperienza:
    io mi sono spostata per studio in olanda, poi seguito per amore mio marito in america, ma alla fine siamo tornati in olanda, nella cittá dove abbiamo studiato e ci siamo conosciuti, che noi consideriamo la nostra casa. Vogliamo mettere radici qui, lontano dai miei e dai suoi (non troppo dai suoi in realtá), e creare le nostre tradizioni. Non é una passeggiata, ma neanche scalare le Alpi, quindi c'é speranza!
    Il nostro anno abbondante negli USA mi ha insegnato quanto razzista sia l'Europa senza accorgersene. Che in America sono razzisti e lo sanno, glielo dicono, mentre qui non se ne accorgono nemmeno. Io sono stata sicuramente fortunata ad andare a una scuola internazionale, ma ho dovuto beccare mio marito piú volte su commenti che lui non sapeva fossero razzisti.
    Commento lunghissimo perdonami <3

    1. S. says:

      I commenti lunghi mi fanno felice, figurati. Costruirete delle tradizioni nuove e bellissime, sono sicura

  4. Cherry Diamond Lips says:

    Che bello sentire parlare di questo argomento. Anche io ho origini piuttosto diverse:sono nata in Perù ma da parte di mia madre sono mista giapponese mentre da parte di mio padre sono afro-peruviana mista cinese mentre il mio patrigno è egiziano quindi i miei fratelli sono metà/metà. Mia madre è arrivata qui a 25 anni, sono cresciuta in una casa dove si parlava un mix di lingue, si mangiava peruviano e cinese e si ha uno smodato amore per il riso. Trovare il tuo posto, in queste situazioni, non è mai facile. Ne Ho subito di razzismo (anche lavorativamente) ma come te non penso sia ovunque. Che tra l'altro – per essere onesti-mi è capitato di subirlo anche dai miei paesani. Il fatto che parli l'italiano meglio dello spagnolo, che parli da milanesotta, che abbia piercing in faccia e ascolti rock ha fatto sì che io venga bollata come "non abbastanza"… Ma sai cosa ho imparato? Che probabilmente non esisterei se non ci fosse stato tutto questo mix. Che è bello essere unici, non diversi, solo unici. E che è davvero bello condividere la tua unicità con quella degli altri. Ho capito che casa sono io. Casa è dentro di me, nelle piccole cose che i miei avi mi hanno dato e che mi porterò dietro per sempre.
    E condividere questo, con chi ami, è davvero stupendo.
    Ti auguro presto di trovare la tua casa ❤️ un abbraccio Jessica

    1. S. says:

      Hai delle origini super affascinanti, che meraviglia! "probabilmente non esisterei se non ci fosse stato tutto questo mix. Che è bello essere unici, non diversi, solo unici." questo me lo scrivo addosso. un abbraccio forte.

  5. Linda says:

    Temo anche io che il grosso problema del nostro tempo sia l'odio gratuito.
    Che brutta cosa!

    1. S. says:

      Esatto, per qualsiasi ambito

  6. Kitty-the-cat says:

    Non ho origini esotiche da vantare, ma sono toscana, nata in Toscana da genitori campani..e il "razzismo" l'ho avvertito anch'io, la battuta sui terroni "ah ma non tu", figuriamoci. Secondo me il mondo cambia eccome, sono le persone che restano con i paraocchi. Per il senso di appartenenza..non so, forse quando avrai una famiglia tua e creerete nuove tradizioni o manterrete quelle che sentite più forti.

    1. S. says:

      Razzismo pure senza virgolette, è così ed è assurdo. Anche secondo me con gli anni lo creerò 🙂

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