Come vestirsi colorati dopo una vita di little black dress e Dr Martens.

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Io mi vesto di nero. Mi vesto di nero e metto vestiti corti.

 


Una costante della mia vita da anni, al punto che persone che mi conoscono quando mi hanno vista con dei jeans si sono stupite che ne possedessi.
 


Fino al secondo anno di università vivevo in jeans, maglione e scarpe da ginnastica.
 


Poi ho iniziato con i vestiti e con i tacchi -momentaneamente relegati a quando esco, non riesco più a tenerli per tutta la giornata lavorativa-.
 


I vestiti sempre sempre sempre neri.
 


Se mi seguite su instagram l’avete visto, un sacco di outfit abbastanza simili tra di loro.
 


Sul perché mi  vestissi sempre e solo di nero ci potrei scrivere un saggio, ci sono tanti motivi.
 


Dalla minore difficoltà di abbinamento, al fatto che data la mia tendenza a sporcarmi vestendomi di nero si nota meno, a tutta un’altra serie di riflessioni introspettive.
 


Però oggi vi parlo di come -e perché- ho iniziato a vestirmi anche con colori – e che colori! -.
 


How to have a super organised life while being a -hot- mess. PT 1: lists and planner.

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Io sono la persona più disordinata, pigra e procrastinatrice al mondo. 
Nessuno mi crede quando lo dico, lavoro tante ore al giorno con ottimi risultati, riesco ad allenarmi praticamente ogni giorno, ho la casa sempre molto in ordine, scrivo sul blog con relativa costanza.
Ci credono solo i miei genitori, mio fratello e le mie sorelle che mi conoscono da sempre, ecco.
Ora, io non penso sia fondamentale cambiare sé stessi e se non ce la fate proprio io non ho sicuramente nessuna ricetta magica.
Negli ultimi anni però mi sono data delle regole e ecco, riesco a fare tutto.
Non sono superwoman, per me super sono le mamme, i papà e in generale chi è responsabile del benessere di più di una persona.
Io ho trovato il modo di portarmi al massimo delle mie potenzialità e la mia vita è cambiata decisamente in meglio.
Avere la casa in ordine mi dà un senso di benessere, riuscire ad allenarmi anche.

“Ma perché sei single?”

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“Ma come è possibile che sei single?” 
 


Questa è la seconda domanda che ricevo più spesso nella vita, la prima è “non è finito il tonno vero?”.
 


Ho ventisei anni e vedo tantissime delle mie ex compagne di liceo che si sposano, che bellezza.
 


Lavoro tanto e sono felice, la mia famiglia mi sostiene in ogni cosa, ho una casa che amo tantissimo, ho degli amici che amo con tutta me stessa, il mio cagnolino scemo che è una parte bellissima delle mie giornate.
 


C’è un buco nella mia vita a forma di uomo che guarda Netflix con me, mi accarezza i capelli?
 


Forse sì.
 


“Torna a casa tua” e altre amenità.

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Bea è una delle amiche più care che ho e quest’anno mi ha regalato un libro bellissimo, One Day We’ll Be All Dead and None of This Will Matter di Scaachi Koul e mi ha dimostrato di conoscermi tantissimo.
È una raccolta di saggi brevi su diversi temi, scritti bene. In questi giorni ho avuto qualche momento in più per leggere e mi sono letteralmente immersa nelle sue parole, innamorandomene.
Sono arrivata all’essay sulla razza e ho pianto per un dolore che non sapevo nemmeno di avere/fingevo di aver superato.

Buoni Propositi.

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Ah, le liste.

 


Io amo le liste di ogni tipo. Ne faccio una ogni mattina e spuntare le cose che sono riuscita a fare durante le ore mi dà enorme soddisfazione. 
 


Però la lista di inizio anno è la più spaventosa di tutte.
 


Oggi collaboro ancora con la mia amica Franci, il suo video lo trovate qui, per parlare dei buoni propositi per l’anno che arriva. O forse no.
 


Nel 2017 ho imparato che.

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grazie Mike per la foto tvb
 
Lo so che i bilanci si fanno a fine anno, lo so. Però io da qua al 31 dicembre sono in un turbine di cene aziendali a Lugano, Natale al lavoro a Bergamo e altre follie.


E poi una delle cose che ho imparato quest’anno è che le regole troppo rigide non mi fanno bene, mi soffocano.
 


Quindi scrivo adesso, dopo un’altra giornata pesante ma con una bellissima conclusione.
 


1 year later, MonnaLisa Lugano.

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L’uno dicembre dell’anno scorso è iniziata un’avventura più grande di me.

 


Ho aperto, insieme a mio fratello, un ristorante nel centro di Lugano. 
 


Si chiama MonnaLisa ed è uno degli amori più grandi della mia vita.

One year in Switzerland-Almost Expat Life.

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Sì, ho rubato una foto dal sito Läderach. Scusi signor Läderach.
Prima di trasferirmi a Lugano esattamente un anno fa, data in cui sono entrata nel mio primo appartamento, della Svizzera sapevo veramente poco.
Il cioccolato era appunto una delle nozioni che avevo. Ottimo, specialmente quello del signore di cui sopra.

Beauty and Brains.

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Mi piacciono i rossetti, i profumi, i tacchi altissimi, le mini di pelle. 
Mi piace perdere tempo a fare il tapis roulant per vedermi bene allo specchio, mi piace farmi la maschera per i capelli, mi piace la sera mettermi l’acido in faccia.
Mi piacciono anche i libri sulla strategia militare, leggere più quotidiani possibile, organizzare eventi per decine e decine di persone, scrivere poesie.
Quando ho aperto il blog non l’ho detto praticamente a nessuno.
Parlare di rossetti mi sembrava infinitamente stupido e quasi me ne vergognavo. Ho studiato Scienze Politiche, dire che nel tempo libero recensivo fondotinta mi sembrava imbarazzante.

Things I love about Me.

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Il pattern con le foglie di monstera non c’entra nulla con il post di oggi ma sono una polla da trend e al momento ho queste foglie ovunque oltre alla pianta vera e propria, che mi è stata regalata e ho chiamato tempura. 
Allora, il tema del post.
Io ho difficoltà coi complimenti, da sempre. O li sminuisco, o faccio una battuta, o divento viola in faccia e inciampo. Che siano per l’aspetto fisico o perché ho fatto qualcosa bene, per me è difficile.
Allo stesso tempo non faccio per niente fatica a trovare cose di me che non vanno bene, che vorrei cambiare.
Dovrei fare ancora più allenamento per avere il six pack che mi sogno, vorrei essere meno distratta e smetterla di perdere le chiavi in casa, dovrei fare ancora più cose per il lavoro, vorrei essere cinque centimetri più alta, vorrei gli occhi che non sembrano quelli di un pesce palla senza trucco.
Cercare qualcosa di me che mi piaccia è infinitamente più difficile, invece. Però cazzo, come posso pensare di riuscire ad accettare le lodi degli altri se non faccio altro che buttarmi giù?
L’autostima, secondo me, non si costruisce guardandosi allo specchio e dicendosi che si è belli e bravi. Ma sforzarsi di trovare qualcosa di buono in noi stessi male sicuramente non fa.