La competizione, la voglia di mettersi in gioco

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Praticamente abbiamo fatto Now TV, no? E c’è quattro ristoranti per cui io ho una grande passione ma di cui non ho mai visto più di qualche puntata perché non ho avuto la tv per tanti anni.

E poi è ricominciato Masterchef (anche qui, mai visto davvero se non spezzoni).

No, non è un post sui programmi di cucina che mi piacciono -ve ne ho parlato qui-.

Guardando questi due programmi mi sono trovata a pensare che io non parteciperei mai.

Non che io sappia cucinare, eh.

Non parteciperei perché l’idea di farmi giudicare da cosi tante persone, davanti ad altri sconosciuti, dovermi mettere in competizione e dire ad alta voce che io sono la più brava no, non fa per me.

Nelle situazioni di competizione a me proprio passa la voglia di mettermi in gioco. Ma mica in gare sportive eh, in generale.

In quelle amicizie a tre in cui percepisci che si stanno spostando gli equilibri e allora a me subito viene da dire ciao, vai pure avanti tu.

Nelle situazioni lavorative in cui qualcuno sgomita per passarmi avanti e fottermi il cliente: prego.

Perché sono cosi? Io non penso che sia perché non ho fiducia nelle mie capacità e in me stessa.

Ce l’ho, davvero. Soprattutto perché sto avendo tante conferme, con piccoli e grandi successi.

Il mio non volermi mettere in competizione mi è sembrato per molto tempo un difetto, una mancanza.

Ma onestamente chi mi obbliga a dover dimostrare di essere migliore degli altri? Mancare di ambizione è per forza un difetto?

 

Non sto aspettando una risposta né un brava, avevo solo voglia di scriverlo qui.

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