Che poi, tecnicamente, non è ancora proprio estate. Ma fa caldo, l’aria è già densa di promesse, e ci stiamo spostando verso Sud — l’amato, il sognato, il desiderato Sud — quindi dai, facciamo che sì: è estate.
Quest’estate comincia con una tappa che abbiamo iniziato a programmare con largo anticipo, già da marzo. Destinazione: San Benedetto del Tronto, ospiti dalla mia amica Lally.
Appena arrivati: una cena come si deve, qui. Un crudo di pesce che toglieva il fiato (in senso buono, manco a direi), il famoso brodetto che avevo in mente da settimane, e una luna color fragola che sembrava dipinta apposta sopra di noi. Una luna così bella che, per qualche secondo, è sembrato che illuminasse anche quello che avevo dentro che stavo ignorando da un po’ che lo sembra melodrammatico ma nella mia testa ha senso.
Mi è sembrato di ricominciare a respirare, ecco. Di fare spazio. E ne avevo un sacco bisogno.
Ho dormito come non mi succedeva da tempo. Quel sonno profondo e pieno, che ti rimette insieme. Anche se poi mi sono svegliata confusa e non trovavo il bagno — ma hey, queste cose succedono quando dormi fuori. Succedono e ci ridi quando lo racconti.
La mattina è volata via, come spesso fanno le mattine leggere. Colazione qui, chiacchiere lente, una deviazione improvvisata per comprare un costume per Ale (indovinate? Anche quest’anno l’ha dimenticato.). E in quel negozio, una signora parlava un dialetto così stretto che mi sono ritrovata a dimenticare tutto il resto, presa solo dal piacere di ascoltarla.
Nel frattempo, ovviamente, un po’ di lavoro. Mi ero organizzata per non dover fare quasi nulla oggi… ma qualcosa è sempre dietro l’angolo e salta fuori. E va bene così, in fondo. Perché quello che faccio, anche se mi stanca, mi piace. E lavorare con il mare vicino cambia tutto.
Poi siamo ripartiti verso la seconda tappa. Con il bagagliaio un po’ più pieno (perché Lally ovviamente non ci ha lasciati senza pranzo take away+le mitiche peschine) ma con il cuore già un po’ più leggero.
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