Homesickness, vita da expat, altri termini in inglese messi a caso

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Oggi mi sono svegliata di cattivo umore.
Mi sono cambiata tre volte, ho cambiato rossetto, ho fatto colazione con delle cose che mi piacciono, ho fatto la mia meditazione positiva.
Niente da fare: nessun cambiamento di mood.
Se mi seguite da un po’ sapete che mi sono trasferita in Svizzera quasi quattro anni fa e conoscete probabilmente anche il mio percorso lavorativo.
Saprete anche che i miei genitori vivono a Bergamo e sono fortunata a poterli vedere relativamente spesso. Sono fortunata anche perché ora faccio un lavoro che oltre a piacermi mi dà anche diverse soddisfazioni e perché sta crescendo esponenzialmente in breve tempo.
Sono fortunata per un sacco di cose ma la verità è che mi sento uno straccio comunque.
Non riesco, nemmeno dopo anni a trovarmi bene a Lugano. Ci sono un paio di persone che sono felicissima di aver incontrato e che saranno parte della mia vita per sempre, ci sono i miei “nonni” adottivi che sono una delle presenze più positive della mia esistenza. Però so che vedrei queste persone anche se mi trasferissi e che non sarebbe certo non essere direttamente qui a scalfire l’amore che provo per loro.
La Svizzera funziona per tantissime cose ed è un paese che mi piace per diversi aspetti, solo non sono sicura che faccia per me ecco.
Voglio tornare in Italia? Nemmeno, penso. Però spesso mi trovo a pensare che preferirei mille volte essere vicino ai miei genitori, specialmente dopo la situazione (dopo? durante? insieme a?) Covid-19 e così via.
Non sono stata in grado di creare una mia quotidianità che mi faccia star bene qui e questo probabilmente è dovuto anche al fatto che i primi anni in cui lavoravo nel mio ristorante la mia vita era veramente molto molto stressante.
Ci posso riuscire? Ci voglio riuscire? Non lo so, ecco. Quindi sono qui, di cattivo umore. Sto cercando di capire quale possa essere il prossimo passo (lavoro tre giorni alla settimana qui e quattro sto a Bergamo dai miei? tra sei mesi mi trasferisco a Milano?) con i 29 anni che arrivano tra un mese esatto e un sacco di dubbi per la testa.
Credevo che star qui potesse essere un buon compromesso, un lavoro che mi piace tanto con un ambiente che mi fa sentire accolta nonostante i miei litigi con il capo (a cui voglio molto bene e non lo dico perché mi legge: non ha mai letto il mio blog maledetto) e che mi permette di coltivare le mie passioni e una distanza relativa da casa. Allo stesso tempo però mi trovo ogni giorno a sentirmi sempre più sola e non a mio agio in questo tipo di realtà.
Domani mi passerà e sarò più positiva e troverò la soluzione ideale a cui non avevo pensato? Lo spero molto. Per oggi va così.

4 Comments

  1. Blanche says:

    S. <3 Ti capisco bene ma come sempre non posso offrire nessun pensiero intelligente, solo il mio conforto. Nei primi due anni e mezzo a Barcellona mi sono sentita fuori posto, nonostante tutti mi dicessero "oooh, Barcellona, che figata!!!" – no, figata un tubo, ero sola come un cane. Pian piano ho trovato la mia dimensione, mi sono trasferita in un quartiere che mi piace di più, ho stretto qualche buona amicizia. Sento ancora che non è "la città della mia vita", ma del resto non credo che se tornassi nella mia città natale sarei più felice. Ho tanti dubbi anche io, però penso che quando me ne andrò, mi mancherà molto. L'unico consiglio non richiesto che mi sento di darti è: scegli dove vuoi stare, ma non vivere una vita a cavallo tra due posti (tre giorni di qua e quattro di là, oppure tutti i week end via). Finiresti per vivere due mezze vite che insieme non ne fanno una.
    Riuscirai a sgarbugliare la matassa, pian piano :*

  2. Anonymous says:

    Ciao Suhrya, mi dispiace molto per il mood giornaliero :(. Ho la sensazione che da qualche post il blog è nuvoloso :(. Credo che forse la vita è un compromesso, alla ricerca di un continuo equilibrio, pensando razionalmente una differenza tra costi e benefici non solo monetari ma emozioni, sensazioni che si affrontano quotidianamente. Se c'è squilibrio negativo forse bisogna cambiare assetto, capita di avere giornate con schermate blu, magari si preme reset ma resta sempre il disguido e allora forse cambiare pc/vita. Mio nonno mi diceva sempre che una pianta in giovane età, a livello biologico, e lo visto anche io!!,c'è un periodo che soffre, nel senso non è rigogliosa, piena di linfa, da l'impressione di appassire. Ecco quello è un momento transit, nel senso propedeutico per la fase di maturazione ed essere splendente. Ovviamente questa è la routine, capita anche che la pianta non si adatti o non ha i giusti nutrienti del terreno, così come quella domestica forse il vaso non è adatto. Ma pensare questo aneddoto agricolo mi da forza e speranza. Boh forse l'esempio del pc o della pianta non sono dei più opportuni, scritti a caldo post lettura. Ma credo che forse è un problema più o meno tipico di noi tutti giovani non avere la quadra della situazione. Se ti può consolare anche io non mi trovo in una situazione perfettamente ideale. Sono in Sicilia, terra bellissima ma molto molto problematica:( Credo che i costi>benefici, quindi sperando di raggiungere al più presto l'obiettivo fissato, mi sa che devo cambiare terreno/vaso :(.
    Quindi oltre il mood giornaliero negativo, hai dovuto leggere e sopportare l'ennesimo mio commento!!����
    Un abbraccio

    Il piccolo principe

  3. Ketty says:

    Io ho 4 anni in più di te e mi sento allo stesso modo, tra l'altro è da un annetto che sto facendo un percorso personale importante per cercare un po' di pace, con me stessa, con la mia vita e smetterla di non essere serena.
    Però ci sono quelle giornate lì, in cui anche se lucidamente va tutto più o meno bene, o non hai problemi "seri", ma comunque l'umore non riesce a decollare. Sai che faccio? Cerco di tirar fuori nella giornata delle piccole gioie anche sceme, tipo mangiare la pizza a cena, giusto per avere un picco di buonumore nella giornata. Un abbraccio, katia

    1. S. says:

      Quello aiuta sempre tantissimo, altroché <3

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