Tana libera tutti

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Ho una serie di pensieri che mi turbinano nella mente per quanto riguarda la nuova fase 2 iniziata il 18 maggio.
Sono felice di poter uscire senza autocertificazione anche se non è che io faccia poi chissà che giri onestamente, venerdì andrò a Milano per lavoro e piacere con una gioia che non so spiegarvi, a breve tornerò a Lugano.
Sono confusa per quanto riguarda la tutela delle persone sul luogo di lavoro e sui mezzi pubblici, per la paura del contagio. Avrei molte domande sul modo in cui sono state gestite diverse situazioni, mi chiedo come andrà nei prossimi giorni il ristorante di mia mamma nel centro di Bergamo.
Mercoledì 20 maggio sono uscita di casa in questa nuova realtà ed è stato così strano ma anche così bello.
Io non ho mai amato particolarmente vivere a Bergamo ma la sofferenza di questi mesi me l’ha avvicinata molto, com’era inevitabile che fosse.
Non riesco ad essere razionale su quello che succederà, non ora, non per adesso.
Mi sono goduta il mio giro in macchina, la mia estetista che mi ha sistemato finalmente le sopracciglia, la spesa da DM con alcuni beni di prima di necessità (shampoo e balsamo per quando torno a Lugano, facciamo un post haul?), il pranzo da mia mamma al sole. Due passi per arrivare al tabaccaio, i bambini in bicicletta.
Va tutto quasi bene poi basta una canzone particolarmente malinconica e inizio a pensare a tutte le persone che amo con tutta me stessa e che sono decisamente oltre ai confini italiani e chissà quando potrò abbracciarli di nuovo.
Si parla delle conseguenze psicologiche su tutti, non si parla dei bambini, le scuole sono chiuse, troppe persone perdono il lavoro e ancora ne perderanno.
Mi riprende la paura di una seconda ondata, vedo gli anziani con la mascherina in giro e mi si stringe il cuore, i senzatetto in stazione e impazzisco ogni volta che sento dire “per questo virus siamo tutti uguali” perché no, non è proprio così.
Vorrei facessimo finta che non è successo nulla ma allo stesso tempo sarebbe molto stupido farlo, lo so bene.
Penso a tutti i buoni propositi che avevamo per il post quarantena, alla lista delle cose da fare una volta usciti di casa.
In realtà sto vedendo un sacco di paura, tra chi conosco nella vita vera e chi solo tramite social.
La riluttanza a ricominciare ad uscire, la non voglia di fare quello che facevamo prima, l’intolleranza per le misure di sicurezza che ci impediscono di vivere le cose come facevamo prima.
Insomma, possiamo uscire tutti ma forse non ne abbiamo neanche troppa voglia.
Quindi, siete usciti? Avete paura? Siete pieni di speranza? Raccontatemi.

2 Comments

  1. Linda says:

    Sono uscita e dove abito io sto vedendo una gran voglia di ripartire ma anche tanta, troppa superficialità.
    A malincuore credo che tanti, specialmente miei coetanei, pensano che ora sia tutto finito, il concetto di "convivenza con il virus" non è passato. È questo quello che mi spaventa di più. Non andare in un locale a bere qualcosa in tutta sicurezza ma la leggerezza (e perché no stupidità) dell'essere umano.

    1. S. says:

      Eh, sì.

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