Smartworking e remote working insomma lavorare in pigiama

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smartworking e remote working

Smartworking e remote working: termini di cui sentivamo parlare molto poco pre-covid ma che sono entrati nel nostro linguaggio quotidiano.

Io ne avevo sentito parlare anche prima, per uno zio che lavorava da casa a Londra già boh, vent’anni fa?

Non farò un discorso politico e sociale sul valore dello smartworking e del remote working perché mi sono già presa una buona dose di rotture di palle a riguardo a seguito di questo tweet.

Voglio però fare qualche considerazione su come -secondo me- affrontare il lavoro da casa al meglio.

Io continuo a lavorare da casa non per la pandemia ma perché lavoro in proprio e perché non ho ancora un ufficio (ma ci arriverò presto se continuo a questo ritmo: un ufficio e una persona che lavori con me con la condizione di amare i cani) quindi per forza ecco.

Le mie 5 “regole” per lavorare da casa al meglio:

-non lo faccio davvero in pigiama. Io mi rendo conto che quando inizio a lavorare con ancora addosso la maglietta che utilizzo per dormire poi la giornata  mi sembra andare un po’ storta. Non mi vesto nemmeno da serata di gala eh, però una canottiera e un paio di leggings per me già fanno la differenza.

-non lascio che la casa mi soffochi. Ci sono sempre tante cose da fare (sapete la mia passione/ossessione per la lavatrice) e va bene spezzare la mattina tagliando le zucchine ma per me è fondamentale prendermi dei blocchi di tempo pensando che non importa dove sono, è come se fossi in ufficio. Ovviamente mi rendo conto che dipenda molto dal tipo di lavoro che fate e dal vostro grado di multitasking ma per me è così.

-organizzo il mio tempo al meglio. Anche qui è particolarmente rilevante il vostro lavoro. Ovviamente se dovete seguire degli orari di ufficio non avete grandissimi margini, mi rendo conto. Se non avete una schedule precisa invece potete giostrarvela al meglio. Io sono molto più produttiva al mattino presto, per me essere davanti al pc prima delle 7 per finire poi dopo pranzo è l’ideale.

-prendo tutto il bene che deriva dal poter lavorare da casa. Io ho la fortuna di vivere in un posto con tanto tanto verde. Quando devo chiamare un cliente infilo le cuffie e cammino fuori casa, respirando un po’ e andando a dire ciao ai cavalli.

-cerco di trovare il modo di integrare l’interazione sociale nelle mie giornate. Lavorare da casa vuol dire che ci sono giornate in cui veramente non vedo più del mio coinquilino (ciao amore ti amo). A me non pesa perché non sono un animale sociale 24/7 ma sono consapevole che sia importante anche mantenere il contatto con gli altri esseri umani. Quindi un giro per prendere un litro di latte mi appunto di farlo ecco. E devo iscrivermi in palestra per vedere qualche faccia in più.

Non sono ovviamente regole universali ma sono quelle che seguo io.

Voi come affrontate lo smart/remote working?

Raccontatemi!

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