Food, Guilt and Bla Bla Bla

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Il primo post del 2019 amici miei. 
Scrivo in questo spazio da quelle che mi sembrano decine di anni ma no, decisamente molto meno.
È stato il luogo dove ho documentato il mio percorso di dieta, la mia ossessione per la forma fisica perfetta, la neonata pace fatta con il cibo.
Ho fatto qualche riflessione negli ultimi giorni e mi andava di condividerla con voi, come sempre senza la pretesa di insegnarvi nulla ma con la voglia di parlare di qualcosa che mi sta a cuore.
Ricevo continuamente messaggi su questo argomento e la mia unica speranza è quella di aiutarvi in minima parte ad essere sereni, con un chilo di più o di meno.

Dicevamo, negli ultimi mesi ho fatto quasi circa pace con il cibo. Mangio decisamente di più di prima ma, soprattutto, alimenti che per anni ho temuto come la peste.

La pasta, mangio la pasta un giorno sì e un giorno no.


In questo processo non facilissimo ho avuto degli alleati fondamentali. Una delle mie più care amiche che mi ha spiegato con pazienza e dolcezza che sì, devo mangiare. I miei chef che si sono abbassati a prepararmi pasti noiosi e semplici e ripetitivi ma che erano quello di cui sentivo il bisogno.
 


Mi ha aiutata parecchio allontanare il pensiero che sarei ingrassata di mille chili ma godere di quello che mangiare di più significava. Ho iniziato a dormire meglio, è migliorato il mio umore, ho affrontato meglio il lavoro. Ho anche smesso di correre perché mi portava ad esaurire ogni energia, ho cambiato i miei orari e il mio allenamento. Mi sono ricresciuti un sacco di capelli.
 


Extra: sono dimagrita perché il mio corpo era costantemente in modalità carestia e accumulava ogni caloria ingerita, sto modellando il mio corpo come mai prima e non mi è mai piaciuto così tanto.
 


Sembra un lieto fine, sì? 
 


Purtroppo no, non è così facile.
 


Mangio tanto di più, sono generalmente più serena nel mio rapporto con il cibo. Non ho cancellato però le ossessioni di anni, per quello purtroppo ci vuole più tempo.
 


Sono tornata a casa dai miei per le vacanze che quest’anno sono state -per riassumere- veramente uno schifo. Non ho fatto cenoni o pranzi e cene in famiglia e non sapete quanto mi sia mancata quella serenità fatta anche di piccoli bisticci e confusione in casa.
 


Pur non avendo trascorso le feste in maniera tradizionale stare a casa dei miei genitori per dieci giorni ha forzatamente modificato le mie abitudini.
 


Mi sono allenata solo due giorni, sono passata da più di ventimila passi al giorno -la mia media, grazie lavoro- a seimila. E ho mangiato.
 


Niente cenoni, dicevo. Però mia mamma cucina così bene che ho inevitabilmente mangiato tanto di più rispetto al solito, più carboidrati, piatti più elaborati.
 


Volevo godermi ogni cosa, ho passato troppi anni a mangiare l’alternativa light di qualsiasi cosa e cazzo a me mangiare piace da morire.
 


Però non riuscivo a viverla in modo sereno e non vi nego che mi sono detta che forse tanto valeva non mangiare in modo normale ma fare dieta, non mi stavo muovendo, non mi stavo allenando, niente kettle per dieci giorni.
 


Ieri mattina ero in mutande dietro allo specchio e ero nervosa nervosa nervosa perché ero gonfia perché mi sentivo molle perché mi vedevo uno schifo.
 


Mi sono sentita sconfitta in questi giorni, per tutta una serie di motivi. Avevo problemi più gravi del mettere un chilo sul culo e passare anche solo dieci minuti al giorno a pensarci mi ha fatta sentire in colpa.
 


Non sono stata capace di astenermi totalmente dalle tentazioni ma neanche di mangiare e basta fregandomene.
 


Poi ho pensato che insomma, il corpo che ho ora tutto sommato non è così male.
 


Mi sono ricordata cosa mi dice sempre la mia amica Fra, che non succede niente e non è la fine del mondo.
 


Mi sono fermata a riflettere su quello che ho fatto in dieci giorni. Ho mangiato un pochino di più del solito, sì. Sempre cose fatte in casa, niente schifezze nel vero senso del termine. Se penso a come mangiavo anni fa prima della dieta ecco, quella sì che era una sconfitta, un non volermi bene e non curarmi.
 


Ho camminato di meno e non mi sono allenata ma perché ho cercato di stare vicina alla mia famiglia in un momento in cui ce n’era bisogno.
 


Mi sono anche detta che voler tornare a mangiare bene, voler tornare ad allenarmi non vuol dire che io sia tornata indietro o che sia pazza.
 


Vuol dire che ho imparato quello che mi fa star bene e ho iniziato ad apprezzare veramente quello che lo sport mi dà oltre al bruciare calorie e sfogare momentaneamente, l’impatto che ha sulla mia salute in ogni senso.
 


Ieri pomeriggio sono tornata a Lugano con l’idea di allenarmi e fare qualcosina a casa. Poi quando sono arrivata ho preferito bagnare le piante e finire di leggere un libro sul divano.
 


Mi sono allenata stamattina appena alzata, senza sforzarmi di farlo ieri sera. 
 


Io vorrei tanto darvi una formula magica che regali un rapporto perfetto con il proprio corpo, un fisico da urlo, una relazione equilibrata con il cibo. Posso solo consigliarvi di non colpevolizzarvi e di ascoltarvi, sempre. Di parlarne con qualcuno. Io mi sento molto stupida a discutere di questi argomenti con la maggior parte delle persone, devo dire. Però ci sono quelle con cui posso parlare che mi aiutano ad affrontare ogni ostacolo e a sentirmi meno stupida anche se mi preoccupo di cose futili.
 


Quindi l’augurio di questo 2019 è di prendervi cura di voi e volervi un pochino più bene. Fatelo anche se non avete tempo, anche se dovete prendervi cura di tanti altri. Anche se è difficile, anche se vi odiate e vi odiate ancora di più perché lasciate che pensieri superficiali vi soffochino.
 


Ne vale sempre la pena.
 

 

1 Comments

  1. Linda says:

    Hai scritto una sacrosanta verità. Dovremmo tutti imparare a volerci più bene.
    Ti auguro un sereno 2019❤

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