Del perché mi farei ancora mille tatuaggi e del perché non voglio che me li veda nessuno.

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Ho diversi tatuaggi, non posso dirvi esattamente quanti perché se disgraziatamente mia mamma dovesse leggere questo post e scoprisse esattamente quanti sono sarebbe il giorno in cui decide di smettere di parlarmi.
Ho iniziato a farli relativamente  tardi, il primo dopo i vent’anni.
Diverso tempo fa ho scritto un post parlandovi dei miei primi  cinque e di come me ne prendo cura.
Oggi voglio condividere qualche riflessione generale sul significato che hanno per me e qualche  altra chiacchiera.

Quello che  dò per scontato è che mi piaccia il disegno (o il carattere in caso delle numerose scritte) e che abbiano tutti un significato per me. Non giudico chi si fa qualcosa semplicemente per motivi estetici né escludo che sarà così anche per me un giorno ma per ora ognuno di quelli che ho ha un significato più profondo e per me importantissimo.

Mi rendo conto che mi aiutano a farmi piacere di più  il mio corpo. Intendiamoci: non è che mi farei un tatuaggio su una parte che non mi piace per sperare che mi piaccia di più.
Per amare di più il mio corpo le tecniche sono altre, principalmente imparare ad amarlo  com’è ma allo stesso tempo continuando a far quel che posso per migliorarne l’aspetto.
Quando però ho dei giorni in cui affettarmi pezzi di braccio perché non è sottile come vorrei mi rendo conto che vederlo disegnato me lo rende più piacevole alla vista. Ha senso? Non lo so  ma così è.
Un altro motivo per cui li amo profondamente è che ognuno segna un momento importante della mia vita. Oltre al significato del tatuaggio in sé c’è il giorno in cui l’ho fatto, come stavo, chi mi ha accompagnata, la prima persona che l’ha visto, chi mi ha aiutato a metterci la crema.
Diventano parte integrante di quello che sono io, ecco.
Mi piace averli fatti in posti diversi del mondo, da artisti che ho imparato ad apprezzare scoprendoli per caso e altri che ho seguito per mesi e mesi prima di avere la possibilità di essere sotto il loro ago.
Le frasi e le parole che ho addosso sono anche una sorta di mantra per me, sono quelle che mi trovo a ripetere spesso quando faccio meditazione.
C’era bisogno che me le scrivessi addosso? Probabilmente no ma devo dire che mi piace tantissimo aver deciso di farlo.
Ci sono tantissimi altri disegni con cui vorrei decorare il mio corpo, ho infinite foto salvate su instagram e pinterest, un sacco di artisti di cui mi piacerebbe tantissimo aver dei pezzi addosso.
Non ho paura di come saranno sul mio corpo quando invecchierò, non riesco neanche a pensarci devo dire. Forse dovrei? Chi può dirlo!
Mi rendo conto però che non mi va più di averne troppo in vista. Mi dà fastidio che chi li vede si senta in diritto di farmi domande a riguardo e non voglio allo stesso tempo essere poco piacevole e rispondere in modo troppo seccato, capisco che magari è veramente solo curiosità ma non mi va di parlarne con chiunque.
Per quanto poi io possa pensare che un medico sia validissimo anche con un dragone tatuato sul collo e un ingegnere molto preciso anche con una carpa koi sul braccio mi rendo conto che l’opinione comune non è esattamente questo, 2020 o no.
Preferisco farne quindi che posso nascondere al bisogno, al lavoro anche con mille gradi in terrazza ad agosto posso sempre mettermi un cardigan leggero che mi copra le braccia e risparmiarmi sguardi schifati.
È giusto? No. Preferisco far così ed evitarmi rotture inutili? Sì.
In ultimo, sono così gelosa di alcuni (gli ultimi che ho fatto, i più sentiti probabilmente ora che ci penso) che non mi va neanche che li veda nessuno.
Qual è il vostro rapporto con i tatuaggi, se ne avete? Se non li avete vi trovate a chiedere a chi ne ha il significato? Raccontatemi!

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