Ascoltare sé stessi, non punirsi senza motivo e altre chiacchiere della domenica sera

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Venerdì non ho fatto yoga, per la prima volta da quando ho iniziato quasi un mese fa.
Mi sono autogiustificata con il fatto che sono tornata a casa alle undici di sera e che oggettivamente ero veramente troppo stanca per farlo a quell’ora.
Mi sono ripromessa di farlo sabato, insieme a uno dei miei tre allenamenti settimanali.
Poi in pratica è successo che sono andata a Bergamo con mio fratello (che ha visto i miei per la prima volta da febbraio, non potete immaginare l’emozione generale) e dopo pranzo mi sono addormentata circa fino alle sei di sera. Non giudicatemi, non dormo bene non so nemmeno più da quanto tempo.
Mi sono svegliata molto rincoglionita e soprattutto piena di sensi di colpa perché non mi ero ancora mossa.
Ho passato almeno tre ore a pensare che insomma ero ancora a tempo per fare qualcosa. Però la verità era che ero veramente troppo stanca e quindi non avrebbe avuto poi così tanto senso farlo.
La verità è che imparare ad ascoltarsi veramente è difficilissimo.
A me l’auto indulgenza non viene bene, mi viene molto più facile mettermi in castigo che dirmi “ma sì, chissenefrega, va bene così”.
La mia disciplina sfocia spesso in esagerazione e va bene la forza di volontà ma a volte non è che faccia poi così bene.
Come mi ricorda sempre la mia amica Francesca “Non devi andare all’Arnold settimana prossima”.
Capire che a volte sia più produttivo fermarsi e riposare e non fare un mezzo allenamento male e svogliati è utile. Imparare che il nostro corpo ogni tanto ha voglia di mangiare qualcosa che non sia al cento per cento super healthy e whole food anche. Realizzare che non ha senso mettersi a lavorare ancora due ore quando non si tengono gli occhi aperti pure.
Attenzione, io non sto dicendo di concedersi qualsiasi cosa. Voi vi conoscete sicuramente meglio di chiunque altro, sapete bene se farvi concessioni vi porta ad una spirale di antiproduttività.
Io mi rivolgo a chi diventa così severo con sé stesso da non permettersi attimi di debolezze in nessun campo, mai.
Questo non è volersi bene, davvero.
Io ora sono decisamente più equilibrata ma ho passato veramente anni a punirmi in mille modi senza senso.
L’amore per sé stessi passa anche dal non esigere costantemente il massimo. Mi rivolgo a chi cerca sempre la perfezione dalle sue azioni. Immagino che con i vostri amici non siate così, giusto? Scommetto che dite a chi volete bene di non esagerare, di fare quel che si sente, di concedersi di stare bene nella sua pelle.
Allora perché con voi siete così cattivi? Io non penso ve lo meritiate, non penso di meritarlo io.
Dai sensi di colpa perché non mi sono allenata un giorno all’angoscia perché non ho fatto il cento per cento tutti i giorni. Basta, un pochino di pazienza.
Vorrei riuscire a darmi un po’ di respiro ogni giorno, giusto un po’.

4 Comments

  1. Marta says:

    Una sola parola:grazie

    1. S. says:

      abbraccio

  2. Anonymous says:

    Non c'è niente di più che vero e spontaneo. Pensieri e sensazioni che condivido. Purtroppo la società e lo stile di vita odierno hanno messo in oblio il nostro essere, il nostro bioritmo, che comunque siamo e restiamo essere umani e quindi non perfetti, che molto spesso la vita quotidiana assopisce l'istinto e le emozioni autentiche. Grazie per lo spunto e il pensiero.

    1. S. says:

      Grazie a te di avermi letta

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