“Colpisce solo i vecchi” storie di nonne e nonni

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I nonni da parte di mia mamma hanno vissuto -fino alla loro morte qualche anno fa-in Sicilia, li vedevo giusto d’estate. Non abbiamo mai avuto un grandissimo rapporto, un po’ perché non ci vedevamo e un po’ perché non avevamo grande affinità. Avevo un legame leggermente più significativo con mio nonno, molto orgoglioso della mia passione per la lettura e che ad ogni nostro arrivo a giugno portava me in libreria e mio fratello dal suo barbiere a tagliare i capelli.
Da parte di mio padre rapporti ancora meno presenti. Mio nonno è morto quando ero alle elementari, con mia nonna non ho parlato praticamente mai perché ha praticamente smesso di parlare in inglese e in generale non è mai stata particolarmente propensa a farlo.
Avevo un buco a forma di nonni nella mia vita? Forse.

I miei genitori hanno delle famiglie piuttosto numerose ma entrambe nei luoghi dove sono cresciuti e da dove si sono allontanati. Quindi zii, zie, cugini, nonni, siamo cresciuti senza. Per la maggior parte della mia infanzia e adolescenza devo dire che non ne ho sentito particolarmente la mancanza, ho una famiglia che amo e che non mi ha fatto mancare nulla da nessun punto di vista.

Al liceo si è presentata l’opportunità di fare delle attività extracurriculari per ottenere i famosi crediti.
Tra le varie proposte c’era il volontariato in una casa di riposo e io ho scelto quello. Ho continuato a farlo per diversi anni ed è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Non -solo- perché mi sentivo utile e pensavo di poter fare del bene.
Ridevo tantissimo, ho imparato molto, pianto commossa, sentito delle storie meravigliose. C’era il signor Ezio con un passato da tenore che mi cantava sempre qualcosa, due signore convinte di essere marito e moglie e che litigavano in continuazione ma si volevano un bene dell’anima, tutto il gruppo della tombola che mi convinceva a barare per farli vincere -e io eseguivo, leggevo sempre io i numeri ed ero diventata veramente il mago della truffa-. Mi sono affezionata a tutti e da quel momento ho iniziato ad avere più riguardo per gli anziani che incontravo in generale, dal supermercato al bar. Non che prima fossi scortese chiaramente ma non interagendoci praticamente mai non avevo sufficiente esperienza per comportarmici al meglio.
Mi piace tantissimo scambiarci due parole in coda in posta, dare una piccola mano come posso.
La mia permanenza a Lugano mi ha dato tante cose brutte ma alcune così belle da compensare tutte quelle negative.
Tra queste ci sono i nonni adottivi di Choclatim. Una coppia meravigliosa e gentile con cui ho fatto amicizia e di cui il mio cane si è innamorato -ricambiato- alla follia.
Abbiamo passato diverse mattine insieme e bevuto molti caffè, si sono resi disponibili per tenere Choclatim quando ho avuto bisogno (lui ama stare con loro, li preferisce a me cento per cento).
Mi ci sono affezionata moltissimo e li sento veramente un po’ anche come i miei nonni. Tra i vari provvedimenti (alcuni contraddittori) presi in Ticino in questi giorni c’è quello di impedire agli over 65 di andare a fare la spesa. Loro sono fortunatamente chiusi a casa da tempo, la farmacia vicina fa consegne a casa, gli scout portano loro la spesa (mi sono offerta di farlo io diverse volte ma sono testardi e indipendenti). Sapere che seguono le indicazioni e non si mettono a rischio in questi giorni mi dà un sollievo che non vi so spiegare. Allo stesso tempo leggere i commenti delle persone che si incazzano a morte per gli anziani che escono non mi fa star particolarmente allegra ecco.
Io lo so che non dovrebbero uscire, l’ho capito, lo so che lo diciamo per il loro bene. Vorrei però che si provasse ad immaginare come si possano sentire delle persone anziane sole e spaventate, con una comunicazione che per diverso tempo ha continuato a sottolineare come di Covid-19 muoiano principalmente vecchi. Sono spesso persone che sono abituate ad essere indipendenti e che magari in alcuni casi faticano a capire la gravità della situazione o quali misure adottare. Se avete dei nonni o dei vicini anziani cercate di chiamarli, aiutarli come potete. Abbiate pazienza anche se dovete dir loro dieci volte al giorno che non possono uscire, per favore, tenetegli compagnia anche a distanza.
Lo so che vi arrabbiate se non vi ascoltano e che lo dite per loro però davvero, respirate e fate del vostro meglio.
Quello che mi hanno donato i vecchi da quando mi sono messa nella condizione di ascoltarli è paragonabile a poche altre cose nella vita, io di continuare a sentir dire che “va beh, muoiono solo i vecchi” non ho onestamente proprio tanta voglia.
Ora, favore personale, mi raccontate il vostro ricordo più bello legato ai vostri nonni?

5 Comments

  1. Stella says:

    Sono cresciuta senza la parte di famiglia paterna. No padre, no il resto della famiglia. Dal lato materno sono cresciuta con due nonni fantastici, i migliori che potessi chiedere nella mia vita. Il mio nonno è mancato qualche anno fa e dopo una lunga malattina ho davvero tirato un sospiro di sollievo a sapere che aveva smesso di soffrire. La mia nonna ora non la vedo da quasi un mese e mi manca tantissimo. Con lei faccio colazione al bar, andiamo a fare la spesa, cucinano insieme e ci raccontiamo tutto. Anche ora, che causa l'età, dimentica molto spesso quello che le dico rimane sempre la mia migliore amica.

    1. S. says:

      Ti abbraccio e spero vi possiate riabbracciare molto presto <3

  2. Annalisa says:

    Anch'io avevo un buco a forma di nonni.
    Poi è diventato anche a forma di mamma, e poi di babbo, ma questo è un altro discorso.
    Dopo aver diretto altri cori e aver fatto tanti anni di volontariato con gli anziani in vari ambiti, ho deciso di formare un coro libero e gratuito per le persone anziane della mia città.
    All'inizio i coristi erano 5, facevamo le prove nel mio salotto :), ad oggi, dopo quasi 20 anni, sono più di 30… e mi hanno fatto il più bel regalo: si telefonano spesso e cercano di starsi vicini l'un l'altro nei momenti di difficoltà.
    Adesso la nostra attività è ovviamente ferma, ma appena sarà possibile riprenderemo il nostro "tour" delle case di riposo per portare in giro un po' di bella musica e di buonumore.
    E io… ho un sacco di nonni adottivi che vogliono un bene dell'anima a me e alla mia famiglia, bene che io ricambio con tutto il cuore!

    1. S. says:

      Mi sono commossa per questo commento, grazie per aver condiviso la tua storia con me. Ti abbraccio e spero che il coro possa ripartire il prima possibile.

  3. Linda says:

    Ho sempre avuto un rapporto speciale con i miei nonni, un legame profondo con tutti e tre.
    La nonna paterna era prof di matematica e abitava in campagna. Una donna con due maroni tanti visto che ha cresciuto due bimbi piccoli da sola e basta.
    Andavo da lei a fare i compiti e prima c'era tutto il rito della merenda (una delle cuoche migliori di sempre),poi compiti, poi partite a carte.
    Con i nonni materni invece trascorrevo l'estate. Anni di Sardegna con mio nonno che mi faceva fare i tuffi 🙂
    Oggi è rimasta solo la nonna materna che è bravissima e non esce. Si fa portare la spesa e le medicine a casa ma è stata lei a proporci un face time quotidiano! Dovresti vederla quando siamo in chiamata ❤️

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