Ansie da primo appuntamento, quali scarpe mettere, dove andiamo a mangiare e chi paga il caffè.

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Il primo appuntamento è una merda ma anche una cosa bellissima.
Non ne ho uno da non so quanti mesi e ammetto che l’idea di averne uno -quando? mai più di questo passo ma rimaniamo ottimisti che è il profumo della vita- un po’ mi alletta e un po’ mi terrorizza.
Mi alletta perché mi piace prepararmi per uscire, perché mi piace farmi venire a prendere, perché mi piace flirtare, perché è più bello un primo appuntamento di mille conversazioni su un social o quantomeno è il passo successivo.
Mi terrorizza un po’ perché sono un’insicura in diversi aspetti della mia vita un po’ perché è spesso così carico di aspettative che rischio di agitarmi molto per nulla.
Nell’inutile post sul dating di oggi vi racconto un po’ delle mie regole -non scritte e non legge, semplicemente sono quelle che mi rendo conto di rispettare inconsciamente- per i primi appuntamenti.

-scrivo ad almeno una mia amica dove sono e con chi. Ho fede di riuscire a fare un minimo di screening prima di uscire con qualcuno ma è anche vero che ho avuto dei primi appuntamenti con gente che forse doveva farsi mettere in carcere o una struttura per trattamenti psichiatrici -non lo dico con ironia, non faccio ironia su cose del genere- quindi forse meglio avvisare che se non torno a casa almeno sanno dove sono stata.

-non guardo il telefono o comunque il meno possibile. Mi dà fastidio se la persona con cui sono lo fa e quindi cerco di evitarlo. Non morirò se controllerò instagram tra venti minuti, ne sono sicura.
-bevo piano. Sono ormai quasi astemia ma mi può far piacere bere un bicchiere di vino con una persona che mi piace. Se lo bevo troppo velocemente però ci sono alte possibilità che io faccia almeno una figura di merda se non di più.
-non parlo dei miei ex. Non gliene frega verosimilmente a lui, a me manco delle sue ex. Gemma nella mia esperienza di dating quel secondo/terzo appuntamento a quattro con lui, la sua ex e il  nuovo fidanzato di lei.
-non mi sbilancio su temi di cui non si parla a tavola (religione, politica e via così). So che non riuscirei mai a frequentare una persona che vota Salvini o che non va più nei ristoranti cinesi per timore del Coronavirus. Ha senso però che io mi ci metta a discutere mentre stiamo dividendo un dolce in modo già  abbastanza imbarazzato? Anche no, ringrazio della serata e poi ciao, gli dirò che non siamo compatibili e che comunque lo ringrazio per avermi fatto scoprire questo ristorante così bello.
-mi preparo psicologicamente all’imbarazzo paghi tu, pago io, facciamo a metà, ho dimenticato il portafoglio. Qui la mia psiche è divisa in due, non so se per tutti gli anni di polemiche su twitter sul chi paga la cena o perché mia mamma ci ha cresciuti con “deve pagare l’uomo” e quando sono con mio fratello credo di non essermi pagata mai neanche un bicchiere di acqua.
Io di riflesso sono “contro” la mentalità per cui l’uomo deve pagare sempre e anzi amo offrire alla persona con cui sono. Non sempre chiaro ma vale anche per i miei amici, quando c’è la possibilità mi piace farlo e basta. Non lo vedo come un’affermazione femminista né niente di che, semplicemente un -sono stata bene, mi fa piacere offrirti questa cosa- e basta. Non mi aspetto che la persona con me paghi, che sia una donna un uomo o qualsiasi altro genere in cui si identifica. Se però vuole per forza pagare la persona con cui ho avuto il mio appuntamento neanche faccio scenate, la prossima volta farò in modo di farlo io e basta.
-se sono coinvolta nella scelta del posto (anche se preferisco sempre che scelga qualcun altro, sono una debole) scelgo un posto non troppo incasinato ma possibilmente neanche vuoto. Niente disagio della musica altissima ma neanche solo io e te a guardarci senza avere niente da dirci e nessuna distrazione su cui contare. Scelgo anche  un posto con un bagno dove posso lavare i denti ma questo è un problema esclusivo di chi ha Invisalign.
La “regola” che mi sono data però che più mi ha cambiato la vita è:
-non è una gara. Non dovete conquistare il secondo appuntamento a tutti i costi anche se la persona davanti a voi vi interessa relativamente, giusto perché sentite di dover far colpo (sì, parlo proprio di me e del mio dover piacere a tutti sempre e comunque).
L’obiettivo è passare una bella serata o una bella mattina -nella mia dream date list la colazione è al primo posto- insieme a una persona che potrebbe piacervi, capire se potete passare del tempo insieme e se avete qualcosa di cui parlarvi.
Abbassare le mie aspettative mi ha permesso di viverla meglio, di rimanerci meno male se un primo appuntamento che aspettavo da tanto va così così.
Non mancano le esperienze horror ma per quello forse dovrei aprire un blog che mia mamma non può leggere o le farei venire i capelli ancora più bianchi.
Se voi però mi volete raccontare il vostro primo appuntamento peggiore giuro che non lo racconto a nessuno.

6 Comments

  1. Silvia Edel says:

    Daje!!
    Faccio il tifo per te, Suhrya! :*

    1. S. says:

      Arrendersi mai!

  2. Anonymous says:

    Cosa vuol dire quando dici "stop amicizie tossiche"?
    Daniela

    1. S. says:

      Ciao Daniela! Intendo non avere rapporti con persone che non portano a nulla di buono ma anzi ci fanno male, ci fanno sentire inadeguati, ci portano a confronti continui, ci criticano sempre in modo non costruttivo 🙂

  3. Anonymous says:

    ah grazie mille! gentilissima! senza ovviamente fare nomi tu ne hai avute molte? e come sei riuscita ad uscirne? grazie ti seguo sempre su twitter!! Dani

    1. S. says:

      Ma figurati di nulla <3 Io diverse, purtroppo. Mettendo dei limiti diciamo! Posso farci un post 🙂

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